CLUB DOGO

Recensione del Concerto al Forum di Milano


All'indomani delle prime due serate, totalmente sold out, su dieci appuntamenti previsti per i Club Dogo al Mediolanum Forum di Assago, su tutti i principali magazine del settore, è totalmente giubilo! Del resto sappiamo come funziona questo mondo, l'Artista si esibisce, il management manda il comunicato stampa e il "giornalista" confeziona l'articolo. Risultato? Decine di articoli copia-incolla, casualmente con recensioni sempre tutte positive, bellissimo, bravissimi tutti. Ma è andata davvero così?

Onestamente parlando, dipende dal punto di vista. Io c'ero al Mediolanum Forum, senza il lasciapassare dell'ufficio stampa, quindi in totale libertà ed indipendenza, come il giornalismo che cerchiamo di fare noi di DG Network mi impone, tra la gente, liberi di dire la nostra, senza filtri nè censure. 

Musicalmente parlando, se dovessimo limitarci ad un voto dal punto di vista canoro, intonazione, performance ect... sarebbe gravemente insufficiente. Del resto i Club Dogo stonavano a vent'anni, figuriamoci oggi che guardano quasi ai cinquanta. Se dovessimo fare una considerazione più generale, sullo stile, la coerenza dei testi, l'immagine, forse tutto questo ci apparirebbe quasi ridicolo, cinquantenni benestanti che cantano la vita da strada dei ragazzini disagiati, al di là dello slang e del look, la risata sarebbe d'obbligo. 

Ma poi, capita qualcosa. La Magia. Il pubblico dei Club Dogo è sorprendentemente variegato, dalla nostra generazione che li ascoltava a metà anni 2000, fino ai ragazzini di oggi che ancora li vedono come Padri fondatori del movimento Trap made in Italy anche se loro in realtà sono più Rap ed Hip-Hop vecchio stile, senza dubbio sono stati e sono tutt'ora punto di riferimento per il genere del momento. Questo mix eterogeneo, crea qualcosa di inaspettato, un mood quasi surreale che riesce a trasformare una nota steccata in puro stile, una rima sbagliata in coro da stadio, un errore in un vocalizzo pazzesco da oltre 10mila voci. 

Guè ha sicuramente il contatto diretto con i più giovani. Lo ascoltano da solo o nei tanti featuring che rilascia quasi settimanalmente da anni, per loro è un Padre Figo che vive la vita che vorrebbero vivere loro. Jake La Furia è più un Nonno, almeno nell'aspetto anche se a colpi di grinta batte tutti e non è secondo a nessuno, Don Joe da sempre è la mente dietro allo spettacolo, una presenza mai invadente ma che sa tenere ancora la scena come ai tempi d'oro, quando davvero si "rappava" in strada. 

Insomma, il concerto dei Club Dogo è qualcosa di surreale. Lo "starnazzamento" è quasi il valore aggiunto, i brani sono quasi tutti classici che il Pubblico conosce a memoria e questo aiuta non poco la buona riuscita dello spettacolo, il pubblico impazzisce perché i Dogo sono una sorta di divinità che non può avere contraddittorio e i "giornalisti" presenti, si lasciano trasportare da questo entusiasmo, annullando ogni idea critica del loro pensiero comunque già troppo compromesso per esprimere un'opinione indipendente. 

Poi ci siamo NOI. Una voce fuori dal coro che non ha paura di dire la verità anche perchè in definitiva, la missione dei Club Dogo è stata ampiamente compiuta, il pubblico ha apprezzato, la gente si è divertita, l'emozione era tanta e dunque ci si rivede ai prossimi otto (!!!) Forum, poi a San Siro e poi ancora nei migliori Festival Estivi. Non sempre per piacere, devi essere bravo. Questa è la lezione che ci insegnano questi tre ex ragazzi, senza particolari talenti ma capaci di salire sulla vetta del mondo della Musica! 


Articolo a Cura di Davide Gerbino, Correspondent Creator per DG Network e ToMyChart