IL BALLO DELLE PAZZE
Recensione Libro di Victoria Mas
Victoria Mas è un’autrice francese figlia dell’attrice e cantante Jeanne Mas. Laureata in lettere e lingue consegue un master in lettere moderne alla Sorbona e esordisce con “Il ballo delle pazze” nel 2019 titolo che le valse numerosi premi letterari e che da subito diventa un caso letterario subito ripreso come trama cinematografica dalla regista di Mélanie Laurent.
“Il ballo delle pazze” inizia in Francia a Parigi nel 1885. Alla morte di Victor Hugo la città si divide tra estimatori e non. In questa ambientazione ci troviamo a varcare i cancelli dell’ospedale Salpêtrière. Fondato da Luigi IV per ripulire le strade da ogni forma di soggetti scomodi alla società, diventa nel tempo ospedale psichiatrico e di reclusione con tanto di catene alle caviglie. Nel 1885 si ritrova a diventare rinomato grazie al dottor Charcot, luminare delle malattie mentali, che si concentra soprattutto sulle pazzie e isterie femminili. Al suo interno troviamo donne e ragazze di ogni estrazione sociale e con varie forme di disagio. Sono chiamate le Alienate.
“..La Salpêtrière è un deposito per tutte quelle che disturbano l’ordine costituito, un manicomio per tutte quelle la cui sensibilità non corrisponde alle aspettative, una prigione per donne colpevoli di avere un’opinione…”
Charcot le osserva e le studia con vere e proprie rappresentazioni fornite ai suoi studenti di episodi di crisi epilettiche e ipnosi. (Tra i suoi studenti troviamo anche Sigmund Freud). In questo scenario facciamo la conoscenza di alcune delle recluse Louise, Thérèse e Eugenie.
Come le altre sono considerate pazze ma in realtà hanno semplicemente manifestato una forma di ribellione non concessa alle donne e che gli uomini non sapendo come gestire decidono di classificare come isteria. Molte sono state abusate, alcune usate e poche sono realmente afflitte da problemi psichici. Eugenie nello specifico ha la sola colpa di aver confidato alla nonna paterna di poter vedere e parlare con gli spiriti. Suo padre ,noto notaio della Parigi bene, decide allora di internarla e dimenticarsi di lei.
Eugenie dal canto suo non ha chiesto quel dono e si è sempre dimostrata una ragazza curiosa e ribelle nei confronti delle regole che escludono le donne da qualsiasi forma di istruzione, professione o socialità che non sia la casa, il matrimonio o la maternità. Legge e si informa sfidando il padre con l’aiuto del fratello Théophile e viene a conoscenza del movimento spiritista di Allan Kardec grazie al quale finalmente si sente meno diversa e sola. Questo però sarà la causa della sua rovina.
Nell’ospedale trova una insospettabile alleata, l'infermiera Geneviève, che da subito non riscontra i tratti classici della pazzia comune tra quei corridoi. La stessa caposala però, essendo donna, non ha voce in capitolo e non ha autorità benché per anni si sia dimostrata devota e ligia alle norme dell’ospedale e dedita alla scienza più che alla fede, ma con Eugenie deve fare i conti con una visione per lei del tutto nuova.
“Il ballo delle pazze” è relativamente breve (181 pagine) e nonostante il tema sia molto particolare e molto attuale l’ho trovato noioso e di difficile lettura. Le storie delle recluse potevano essere approfondite meglio così come lo spaccato della società del tempo che, per alcuni versi, rimane poco dissimile dalla società patriarcale di oggi. La salute mentale e la rivendicazione dei diritti da parte delle donne è una tematica che è sempre esistita e forse sempre esisterà.
Probabilmente la donna o comunque il genere femminile è troppo complesso sia nella forma che nella sostanza perché possa essere capito e schematizzato dagli uomini che restano gli unici custodi di certezze e verità. Allorché molti definiscono le donne pazze o isteriche ,ancora oggi, o in preda a tempeste ormonali solo per evitare di ascoltare e usare l’empatia per comprendere. Le donne probabilmente fanno paura allora come ora e ,essendo così imprevedibili conviene mantenerle buone e mansuete tra le mura di casa, con i figli, o con mansioni lavorative subordinate e quando qualcuna si trova comunque a spiccare e a eccellere si cerca comunque di rimetterla al suo posto con un salario inferiore o con una considerazione secondaria rispetto all’uomo di pari grado. Il più delle volte la si sessualizza e schernisce proprio per intaccare la loro fiducia e cercare di riportarle al suo posto. Ecco questo rimane il tema che viene affrontato da Victoria Mas ne “Il ballo delle pazze” ma ne traspare solo un pochino dalle pagine. Forse aveva paura di dire troppo? O forse è stata censurata per un qualche motivo? Rimarrà un mistero ma sicuramente mi aspettavo di più da questo testo e mi aspettavo una mole di pagine più cospicua per descrivere a pieno il vero dramma di allora come di ora. Il ballo delle pazze, che viene organizzato nella struttura per permettere alla società di “vedere” le matte, altro non è che denigrazione e esibizione delle debolezze di donne rese inermi e arrendevoli dagli uomini.
” ..Gli uomini dalle menti fiere non vogliono essere messi in discussione … Stimano le donne solo quando l’aspetto fisico è di loro gusto. Quanto a quelle capaci di nuocere alla loro virilità, non le tengono da conto o, ancora meglio, se ne sbarazzano..”